Introduzione
PENTAX 17, IL RITORNO AL MEZZO FORMATO
Poco prima della pausa estiva è stata presentata la Pentax 17, una compatta half frame in grado di scattare 72 fotogrammi nel formato 24x17mm su un rullo 135 da 36 pose. Non è una novità: il formato half frame è stato utilizzato fino agli anni 70 da molti fabbricati. Nikon stessa quando ha presentato la sua prima fotocamera a telemetro aveva optato per il formato 24x32mm La Pentax 17 è una compatta ad ottica fissa che monta un 25mm ( che corrisponde a un 37 mm nel formato 24x36mm). Il diaframma è composto da 9 lamelle stondate per permettere un eccellente effetto bokeh Esposizione completamente automatica che può essere impostato su varie funzioni, flash incorporato, impostazione degli SO da 50 a 3200, staratura intenzionale dell’esposizione, avanzamento e riavvolgimento manuale per consentire alla batteria, una CR2, di arrivare a scattare fino a 20 rulli 24×36, che significa 1,440 scatti. Posa B e tempi automatici da 1/350 fino a 4 secondi. con adattatore per scatto remoto opzionale CS 205.. Mirino galileiano, messa a fuoco a stima e possibilità di focheggiare su 6 differenti distanze preimpostate fino a 25cm di distanza dal soggetto principale. Ottima nitidezza con diaframmi piuttosto chiusi, e al contempo una pastosità tipicamente argentica con i diaframmi più aperti Importata da Fowa, beneficia di ben 4 anni di garanzia Un segnale evidente che il mondo della fotografia argentica è vivo e vitale anche perché entro la fine dell’anno usciranno nuove fotocamere a pellicola di altri brand. L’ho utilizzata diverse pellicole, sia bn che colore con risultati a mio parere molto interessanti.
Buona lettura
Gerardo Bonomo
Pentax. Un marchio blasonato
Pentax ha avuto e ha tutt’ora una grande importanza nel mondo della fotografia. Tra le immagini che potete vedere una delle ultime compatte prodotte e la reflex LX che grazie al pentaprisma opzionale FC1 poteva essere utilizzata sia inquadrando la scena in modo tradizionale che ruotandolo per osservare la scena dall’alto.
Proverbiale la qualità delle sue ottiche.
E’ indubbio che a livello mondiale il brand ha avuto una diffusione diversa. In Italia, nonostante l’eccellente distribuzione nel periodo delle reflex analogiche, probabilmente a livello di marketing non è riuscita a competere con altri brand che si sono ritagliati maggiori spazi di mercato ma non per la qualità del prodotto.
Non dimentichiamo infine che Pentax ha prodotto anche fotocamere medio formato, fino la formato 6×7 cm. Questo rende il brand decisamente più unico rispetto ai brand che si sono “limitati” alla produzione delle fotocamere 24x36mm.
Il mezzo formato, o half frame
Sono stati molti i brand che in passato si sono cimentati nel half frame, ovvero fotocamere in grado di ottenere fotogrammi 24x17mm: Nikon, Canon, Leica, giusto per citarne alcuni
Alle origini del formato half frame.
Alle origini del formato troviamo Thomas Edison e il Kinetoscopio, brevettato nel 1888. Utilizzava una pellicola verticale larga 35mm – la stessa pellicola che usiamo noi oggi e i fotogrammi erano in formato 24x17mm. Quando Leitz inventò la Leica usò la stessa pellicola, ma girata di 90 gradi, producendo immagini in formato 24x36mm
Pentax 17, uno sguardo d’insieme
La Pentax 17 ha dimensione e pesi molto contenuti, una compatta da taschino; calotta e fondello sono realizzate in magnesio
Obiettivo diaframma e otturatore
L’obiettivo è un tre lenti, un 25mm f/3.5 che corrisponde a un 37mm nel formato 24x36mm, con un particolare trattamento multicoated sulla lente frontale che permette una pulizia più agevole. Le distanze sono prefissate a 6 e la minima distanza di fuoco è di soli 25 cm. L’otturatore consente tempi da 1/350 di secondo a 4 secondi fino alla posa B. Il diaframma è composto da 9 lamelle stondate per permettere un migliore effetto bokeh
La posa B
La Pentax 17 permette di scattare anche in posa B, premendo il pulsante di scatto, privo di attacco filettato o usando lo scatto a distanza opzionale CS-205. In posa B il diaframma è bloccato sulla massima apertura, f/3.5
Il mirino
Il mirino è galileiano, ma è posizionato esattamente sul punto nodale dell’ottica, la messa a fuoco è a stima con cornicette luminose che permettono di arrivare a visualizzare l’inquadratura ravvicinata che è di soli 25 centimetri. Due LED, uno arancione e uno blu avvisano l’utente di varie funzioni, dalla presenza del tappo sull’obiettivo, alla spia pronto flash.
Le distanze di fuoco
La Pentax 17 può essere focheggiata dall’infinito fino a 25 cm di distanza, Essendo la messa a fuoco a stima, bisogna valutare l’ideogramma da selezionare e usare la scala delle distanze qui riportata. Come già detto, per lavorare a 25 cm, è sufficiente stendere la cinghia d armapolso dalla fotocamera al soggetto inquadrato
Esposimetro, regolazione degli ISO, filtri
La Pentax 17 è priva dei contatti dorati per la lettura del codice DX della pellicola inserita. L’esposimetro va quindi impostato manualmente usando l’apposita ghiera. La fotocellula è annegata tra le lenti e l’attacco filettato per filtri diametro 40,5cm; se non si disponesse di filtri di quel particolare diametro, basta acquistare un adattatore opzionale, che porti il diametro, per esempio, da 40,5 a 52mm. Inutile dire che i filtri, soprattutto nel bianco e nero, sono di fondamentale importanza
L’impostazione della modalità di scatto
La Pentax 17 è completamente automatica ma può essere impostata su diverse impostazioni di scatto, Girando la ghiera delle modalità di scatto si può passare tra le varie modalità, alcune impediscono l’attivazione del flash, come la posa P, altre attivano il flash quando le condizioni di luce lo consentono, altre, come le pose lunghe col flash attivano un tempo di posa lungo e al contempo l’attivazione del flash, per schiarire il soggetto in primo piano nei ritratti in notturna in cui si vuole evidenziare anche il panorama sullo sfondo. Selezionando Bokek il diaframma si apre completamente in modo da togliere completamente la profondità di campo e rendere molto più pastosa l’immagine, quello che ci si aspetta da uno scatto su pellicola a tutta apertura.Con i tempi lunghi si raccomanda l’uso del treppiedi
La staratura intenzionale dell’esposizione
Proprio a motivo del fatto che la macchina è completamente automatica, è possibile nelle condizioni necesssarie, effettuare una staratura intenzionale dell’esposizione che può andare da +2 a -2 EV sotto o sovraesponendo intenzionalmente a terzi di stop. Se anche questo non bastasse basta “forzare” la sensibilità impostata per l’esposimetro per effettuare delle sotto o sovraesposizioni intenzionali che superano i +/-2 stop.
L’alimentazione
La Pentax 17 è alimentata da una batteria CR2 che le consente, senza l’uso del flash, di scattare 20 rulli da 36/72 pose, che equivalgono a circa 1400 fotogrammi. Nonostante l’avanzamento e il riavvolgimento della pellicola siano manuali, la batteria è fondamentale per attivare l’otturatore elettronico e l’esposimetro. Portare con sé oltre a qualche pellicola anche una seconda batteria è raccomandato
Il caricamento della pellicola
Causa in fatto che non esistono sul dorso feritoie che permettano di vedere che pellicola è stata caricata, usate uno dei due lembi in cartone di chiusura per riporlo nella tasca memo così da ricordarvi il tipo di pellicola e soprattutto l’autonomia di scatti disponibile
Grazie alle funzione EASY ROADING è sufficiente inserire il rullo nuovo nell’alloggiamento di sinistra, estrarre qualche centimetro di pellicola fino anche la coda della pellicola non si allinei con il riferimento rosso stampato sul dorso. fate avanzare la pellicola e scattate finchè nella finestra di avanzamento degli scatti non mostrerà il simbolo dello ZERO e nel frattempo verificate che il nottolino di riavvolgimento sulla sinistra giri in senso orario: è la ripova che la pellicola si è perfettamente agganciata. Se usate una pellicola da 24 pose fermatevi fino a quando il contascatti non segnerà 48, non cercate di avanzare ancora, rischiate di spezzare la pellicola e rovinare il meccanismo. Se usate una pellicola da 36 pose fermatevi quando il contascatti segnerà 72, e nuovamente, non cercate di avanzare usando la leva di avanzamento.
Estrazione della pellicola
E’ sufficiente premere il pulsante situato sotto il fondello e girare in senso antiorario la manovella di riavvolgimento finché tutta la pellicola non sarà rientrata nel caricatore; si sente un rumore caratteristico e la manovella non è più in tensione. A questo punto si apre il dorso, si estrae la pellicola che è pronta per essere sviluppata.
Il caricamento della pellicola
Causa in fatto che non esistono sul dorso feritoie che permettano di vedere che pellicola è stata caricata, usate uno dei due lembi in cartone di chiusura per riporlo nella tasca memo così da ricordarvi il tipo di pellicola e soprattutto l’autonomia di scatti disponibile
Grazie alle funzione EASY ROADING è sufficiente inserire il rullo nuovo nell’alloggiamento di sinistra, estrarre qualche centimetro di pellicola fino anche la coda della pellicola non si allinei con il riferimento rosso stampato sul dorso. fate avanzare la pellicola e scattate finchè nella finestra di avanzamento degli scatti non mostrerà il simbolo dello ZERO e nel frattempo verificate che il nottolino di riavvolgimento sulla sinistra giri in senso orario: è la ripova che la pellicola si è perfettamente agganciata. Se usate una pellicola da 24 pose fermatevi fino a quando il contascatti non segnerà 48, non cercate di avanzare ancora, rischiate di spezzare la pellicola e rovinare il meccanismo. Se usate una pellicola da 36 pose fermatevi quando il contascatti segnerà 72, e nuovamente, non cercate di avanzare usando la leva di avanzamento.
Le pellicole impiegate per la prova sul campo
Le pellicole impiegate per la prova sul campo
Ho utilizzato una Ilford Pan F esposta alla sensibilità nominale di 50 ISO ( scaduta nel 2022 ) che ho sviluppato in Hydrofen Bellini alla diluizione 1 +31 a 20°C
A seguire una Kodak TX ( o Kodak TRI-X 400 ), sempre esposta alla sensibilità nominale che ho sempre sviluppato in Bellini Hydrofen alla diluizione 1+31 per io minuti a 20°C
Poi è stata la volta della nuova Yashica MONO 400 BW DA 400 ISO, di nuovo esposta alla sensibilità nominale.
Dopo aver effettuato il prebagno l’acqua di risulta era completamente nera, a significare uno strato antihalo molto spesso e la trasparenza della pellicola mi hanno fatto dedurre che si tratta di una pellicola stesa su base PET. L’ho sviluppata in Rollei Supergrain alla diluizione 1+12, sempre a 20°C per 10 minuti. Coincidenza vuole che sia il tempo di sviluppo che la diluizione corrispondano esattamente alla tabella del Rollei Supergrain per la pellicola Rollei Retro 400S..
Ho scattato anche – benché non sia nelle mie corde, su negativa colore, usando una Kodal Gold 200 che è stata sviluppata in C-41 della Ornano dalla Ghisa Film Lab di Legnano
La Ghisa Film Lab di Legano si è anche occupata di alcune scansioni in altissima risoluzione di alcune delle imagini che potrete vedere nel capitolo successivo. Sono stati utilizzati i cosidetti Penguins, due Purup-Eskofot Scanmate F6 and F14, in grado di arrivare a risoluzioni hi end.
I risultati
Le scansioni, come già accennato, sono state effettuate dalla Ghisa Film Lab utilizzando gli scanner professionali già citati, e non alla massima risoluzione.
Le pellicole hanno lavorato in modo decoroso, è evidente che le 400 ISO, scansionate a quei livelli di risoluzione mostrano una grana fisiologica
La promessa del bokeh, ovvero lavorare a tutta apertura, f/3.5 alle distanze più brevi di scatto è stata mantenuta, la “pasta” è decisamente fotografica ed è quella che si erano proposti i tecnici di Pentax
Come di consueto, nel bianco e nero, l’impiego dei filtri, anche se in questo caso su una pellicola appena pancromatica, come la Ilford Pan F, hanno dato la drammaticità sperata.
Conclusioni
La Pentax 17 si rivela obiettivamente come una macchina decisamente particolare, mirino galileiano al centro, minima distanza di fuoco a soli 25 cm, focale equivamente 37cm, pose fino a 4 secondi in autoamtico e posa B, flash integrato, facilità nel caricamento della pellicola, coraggiosa scelta di tornare al formato half frame, non tanto per raddoppiare il numero degli scatti – anche se questo avviene, e calcolando il costo odierno di una pellicola a colori e relativo sviluppo i costi si dimezzano.
La macchina nasce, come già detto anche nel video per le generazioni Y e Z, un pubblico abituato ai reel a inquadrare con lo smartphone in verticale anche nel caso degli scatti fotografici, proprio perchè lo smartphone è a schermo verticale e quindi le foto verticali più si adattano.
Il progetto non nasce per chi negli anni 70 scattava in piccolo, medo o grande formato, dove la ricerca della risoluzione era al primo posto, anche se rimane comunque un compatta da taschino, senza molte pretese ma al contempo anche con una elettronica minimalista, che si occupa esclusivamente del funzionamento dell’esposimetro e dell’otturatore, rendendo molto improbabili le avarie.
Sul piano proprio delle possibili avarie o vizi di fabbrica, non va dimenticato il fatto che il distributore esclusivo per l’Italia, la Fowa, attraverso il suo centro di assistenza, la LTR, è in grado di assistere gratuitamente la fotocamera – fatto salvo manomissioni, cadute e usi impropri del prodotto per ben 4 anni.
Il prezzo è pari o superiore a molte fotocamere a pellicola usate che, se acquistate da rivenditori italiani seri – e ce ne sono molti – beneficiano comunque di una garanzia di un anno. Ma a prescindere, dopo, trenta, cinquant’anni d’uso, una fotocamera non può più assicurare le prestazioni che forniva quando era nuova di fabbrica e nessun prodotto usato, tranne la nuova Leica M6 presentata a fine 2022, può beneficiare dell’assistenza ufficiale del distributore o comunque della fabbrica.
Per concludere, la Pentax 17 a mio parere, e in base alle prove che ho mostrato in questo articolo, è un valido prodotto, col fascino e la convenienza del half frame, e strizza l’occhio anche alle fasce di consumatori non più giovanissime
Gerardo Bonomo
Alla prossima, quindi, e vi ringrazio per il vostro tempo e la vostra attenzione.
Il vostro affezionatissimo, iridescente, senescente, e soprattutto, monocromatico, Gerardo Bonomo
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