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La fotografia instantanea su banco ottico 20 anni fa.

Non posso non citare all’inizio di questo articolo il sistema Polapan 55, ormai dismesso, che permetteva di ottenere un positivo e un negativo 4×5” perfettamente ristampabile, il tutto il 30 secondi.

Ma è inutile piangere sull’iposolfito versato. It’s show time, folks!

Quindi ho voluto provare il sistema più evoluto del terzi millennio, il LomografLok Instant Back 4×5.

Qui vi spiegherò il funzionamento e vi darò il mio parere

Buona lettura e visione a tutti dal vostro IRIDISCENTE ( e… senescente )

Gerardo Bonomo

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ll sistema Lomograflok Instant Back by Lomography

LOMOGRAFLOK  4×5 INSTANT BACK è un dorso compatibile con i banchi e ottici e le folding dotate di attacco posteriore GRAFLOCK.

Utilizza la pellicola Fujifilm Instax Wide sia a colori che in bianco e nero, ISO 800 ed è in grado di restituire in circa due minuti stampe in formato utile 6×9 cm, che si autosviluppano in luce ambiente.

E’ adatto sia a testare alcune performance dei banchi ottici che permettere una preview, seppur parziale, dello scatto finale su pellicola piana

Apre naturalmente le porta anche a una creatività senza limiti.

L’ho testato, utilizzando un banco ottico Sinar F e un obiettivo Schneider 150mm f/5.6 e una folding Crown Graphlex armata di  Schneider 90mm f/6.3

Ottimi risultati, grande facilità d’uso e ottimo rapporto qualità/prezzo

 

Qui sotto, al link indicato, potete scaricare le istruzioni multilingue del LomoGraflok 4×5 Instant Back

 

lomograflok-manual

 

 

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Il kit

Il kit si compone sostanzialmente di due pezzi: un distanziatore da inserire al posto dello chassis convenzionale tra la standarta posteriore e il vetro smerigliato. Questa maschera permette l’inquadratura di una porzione di 6×9 cm dell’area utile di 10×12 cm e serve per fare l’inquadratura. Al contempo il distanziatore allontana dalla standarta posteriore lo schermo di messa a fuoco di 19mm in modo da permettere la focheggiare sul piano focale del Lomograflok vero e proprio, il cui piano focale è arretrato appunto di 19mm rispetto agli chassis convenzionali.

E’ alimentato con quattro batterie stilo AA

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Le pellicole Fuji Instax Wide

Attualmente sono disponibili in confezioni twin pack per un totale di 20 pose nel formato colore e da 10 pose nel formato bianco e nero

Entrambe hanno una sensibilità di 800 ISO

L’area utile è di 62x99mm.

Può essere sviluppata a una temperatura ambiente da 5°C fino a 40°.

La gamma dinamica è molto stretta, bisogna fare molta attenzione nel calcolo dell’esposizione

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La prima fotocamera impiegata per la prova: la Sinar F

Si tratta di una Sinar F, prodotto intorno al 2010: E’ un banco a tutti gli effetti ma alleggerito per un trasporto più agevole in esterni, dispone di ogni forma di basculaggio  e decentramento, e soprattutto ha i famosi attacchi GRAFLOCK sulla standarda posteriore che sono essenziali per utilizzare il Lomograflok Instant Back.

Il modello utilizzato è armato con uno Schneider Symmar 150mm f/5,6. L’otturatore e la regolazione del diaframma sono indovati nella standarta anteriore, rendendo più comodi gli aggiustamenti. Unico neo il tempo di scatto più veloce, solo 1/60 di secondo che mal si sposa con gli 800 ISO delle pellicole impiegate. Naturalmente è possibile cambiare la standarta anteriore con una tradizionale e montare obiettivi che hanno l’otturatore incorporato fino a 1/500 di secondo e la ghiera dei diaframmi. Qui la ghiera dei diaframmi è regolabile anche attraverso l’obiettivo ma serve esclusivamente per il controllo della profondità di campo.

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L’importanza del treppiedi

Ho utilizzato un treppiedi Manfrotto 055 e una testa micrometrica  a tre movimenti, la Manfrotto Junior a tre movimenti. I movimenti per posizionare prima la dima e poi il LomoGraflok NON devono in alcun modo spostare l’inquadratura; treppiedi e testa superlative sono essenziali.

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Il caricamento della pellicola Fuji Instax Wide nel LomoGraflok

Il caricamento si effettua alla luce, possibilmente attenuata. Per prima cosa si inseriscono nel LomoGraflok le quattro batterie. Poi si apre la confezione della pellicola facendo attenzione a maneggiare il cartdrige senza premere la parte centrale. Si allinea il riferimento giallo del cartdrige con quello stampato all’interno del LomoGraflok. Ci si assicura che la volet sia in posizione. Si chiude lo sportello, si accende il LomoGraflok ( vedrete un LED blu accendersi ). Si preme il pulsante di eyect e il foglio di protezione della cartuccia uscirà dalla fessura; il contafotogrammmi si porterà automaticamente su 1, siete pronti per scattare la prima delle dieci foto disponibili. Spegnete il Lomograflok, in questo modo bloccherete la volet che non potrà essere rimossa involontariamente bruciando così il fotogramma pronto per essere utilizzato.

Una volta caricato il LomoGraflok NON potrete MAI aprire il dorso nè  passare dalla pellicola colore alla pellicola bianco e nero. Potrete aprire il dorso SOLO quando avrete scattato l’ultimo fotogramma

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Il controllo dell’esposizione

Le pellicola Fuji Instax Wide hanno pochissima tolleranza sia in sotto che in sovraesposizione

Io ho controllato l’esposizione usando un esposimetro Sekonic Flashmate L-308x in modalità luce riflessa puntandolo su un cartoncino grigio Kodak Grey Card. Dopo ogni scatto ho aspettato lo sviluppo completo della pellicola prima di muovere il banco e cambiare l’inquadratura.

Questo vale sia per chi pretende un’esposizione accademica che una sotto o una sovra esposizione intenzionale.

Una sotto o sovraesposizione potrebbero dipendere anche dall’otturatore dell’ottica del banco o della folding, che potrebbe non essere perfettamente tarato

VERIFICATE CHE LA SENSIBILITA’ IMPOSTATA SULL’ESPOSIMETRO SIA DI 800 ISO

In situazioni limite, utilizzate i filtri ND per assorbire parte della luce, come nel caso di otturatori che arrivano solo – è il nostro caso – a 1/60 di secondo

Ricordatevi anche l’effetto di non reciprocità se esponete con tempi superiori al secondo di posa.

Ricordatevi anche l’aumento dell’esposizione in base al tiraggio del soffietto sia del banco che della folding

 

Tabella per la misurazione dell’esatta esposizione

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La preparazione dello scatto e lo scatto

  1. sollevate il vetro smerigliato e inserite la dima
  2. effettuate l’inquadratura e controllate la messa a fuoco
  3. estraete la dima
  4. chiudete l’otturatore
  5. staccate il vetro smerigliato
  6. posizionate i Graflock sulla fotocamera su OFF
  7. appoggiate il Lomograflok in posizione off
  8. quando il Lomograflok è perfettamente in sede bloccatelo il posizione con i Graflock della fotocamera
  9. accendete il Lomograflok
  10. estraete la volet ( avrete già controllato l’esposizione e avrete posizionato il corretto tempo di scatto e il corretto diaframma
  11. scattate la vostra immagine, poichè l’espulsione della pellicola è indipendente dallo scatto, potete anche effettuare delle multiple esposizioni
  12. riposizionate la volet
  13. a questo punto premendo il pulsante eyect potrete far uscire la vostra immagine esposta. Se preferite, potrete staccare il vostro LomoGraflok ( con la volet inserita !!!! ) e estrarre la pellicola appoggiandovi a un tavolo. E’ indifferente.

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I risultati

Nonostante io scatti esclusivamente in bianco e nero, devo dire che nel caso della Fuji Instax Wide ho preferito i risultati ottenuti con il colore piuttosto che con il bianco e nero.

Gli scatti in bianco e nero, anche a causa della scarsa illuminazione a cui mi sono costretto per giocare con la non accoppiata vincente 1/60 di secondo – 800 ISO sono risultati troppo morbidi in base ai miei standard bianco e nero quando stampo sotto l’ingranditore. Ma con un filtro ND avrei potuto tranquillamente lavorare con una luce più dura e ottenere l’effetto desiderato

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La Graflex

La prima cosa che salta all’occhio è la città di produzione: Rochester.  Graflex altro non è stata se non una branca della Kodak stessa!

Oltre al primo tipo di  Graflex nel corso degli anni sono stati prodotti diversi modelli per la fotografia artistica e di reportage, come la Speed Graphic e la Crown Graphic, ed altri modelli dedicati alla fotografia scientifica ed alla ricognizione militare. Il formato base era il 4×5 pollici ma sono stati prodotti anche modelli a lastre di formato inferiore e superiore oltre ad adattatori per la pellicola a rullo formato 120 e modelli per il formato 35 mm. Molti fotografi del XX secolo hanno usato, una attrezzatura Graflex: fra i più famosi sono stati Barbara Morgan, Weegee, Ed Westcott, Dorothea Lange e Joe Rosenthal dell’Associated Press, che vinse il Premio Pulitzer per la foto Raising the Flag on Iwo Jima che immortalava soldati americani che issavano la loro bandiera sul monte Suribachi dell’isola Iwo Jima il 23 febbraio 1945 dopo la sanguinosa battaglia vinta contro i giapponesi. Bert Stern usò una Graflex nel famoso servizio The last sitting con Marilyn Monroe, due settimane prima della morte dell’attrice.

La novità che decretò il successo della Graflex, alla sua uscita nel 1898, fu la possibilità per il fotografo di liberarsi della schiavitù del treppiedi. Le dimensioni erano relativamente compatte e finalmente era possibile vedere il soggetto fotografato direttamente nel pozzetto (attraverso lo specchio ribaltante) senza dover usare il panno nero e guardare l’immagine capovolta nel vetro smerigliato posteriore. La ricerca della compattezza e della portatilità si spinsero ancora in avanti nei decenni successivi con l’introduzione del mirino a telemetro che permise inquadrature ancora più semplici e luminose, l’eliminazione della scatola a specchio con conseguente ulteriore riduzione di ingombro e peso. L’eliminazione dello specchio portò poi all’abbandono dell’otturatore a tendina sul piano focale e l’adozione dell’otturatore centrale situato all’interno dell’obiettivo, quest’ultima innovazione ridusse ulteriormente le dimensioni della camera, aumentò la nitidezza delle immagini, con l’eliminazione delle vibrazioni, e favorì la sincronizzazione con i lampeggiatori.

William F. Folmer, era inventore e co-proprietario, della ditta Folmer and Schwing Manufacturing, una fabbrica di lampade a gas fondata a New York nel 1887. Con l’avvento dell’elettricità la ditta si espanse nei settori della fabbricazione di biciclette ed apparecchiature fotografiche. La prima Graflex fu lanciata nel 1898 Il successo fu immediato e spinse la società a concentrarsi sul mercato della fotografia, nel 1905 fu acquistata da George Eastman e nel 1907 divenne la divisione Folmer Graflex della Eastman Kodak. Dopo una serie di cambiamenti divenne semplicemente la “Graflex, Inc.”

Nel 1925, Eastman Kodak produceva tutti i modelli Graflex nella fabbrica di Clarissa Street a Rochester (New York). Nel 1926, a seguito della violazione della legge Sherman Anti-Monopolio (Comp. St. § 8820 e segg.), Kodak fu costretta a scorporare la divisione di apparecchiature di ripresa professionali, che divenne Graflex Inc. La compagnia rimase sotto la stessa proprietà indipendente fino al 1956, quando fu acquistata dalla General Precision Equipment. Nel 1968 fu rilevata dalla Singer Corporation, e operò fino al 1973 quando fu chiusa e le linee di produzione vendute all’azienda giapponese Toyo Corporation che continuò a produrre un modello simile sotto il nome di Toyo Super Graphic 4×5 dal 1979 al 1985.

La vecchia fabbrica della Graflex si trova ancora alla periferia di Pittsford (New York), al numero 3750 di Monroe Avenue, ed ha ospitato la direzione della ditta Veramark Technologies dal 1997 al 2010.

Qui abbiamo usato una Crown Graphic

Fotocamere per il fotogiornalismo Speed Graphic e Crown Graphic Il modello pieghevole Graflex Speed Graphic, è stata prodotta dal 1912 al 1973. Anche questo modello montava l’otturatore a tendina sul piano focale ma non aveva lo specchio ribaltante per la visione attraverso l’obbiettivo, L’inquadratura avveniva con un mirino esterno oppure attraverso il vetro smerigliato dietro al piano pellicola, naturalmente questa opzione era per soggetti statici e con l’uso di cavalletto. L’eliminazione del meccanismo reflex permise di alleggerire la fotocamera e di renderla richiudibile aumentandone la robustezza.L’eliminazione della visione reflex permise alla Speed Graphic di montare anche obbiettivi con otturatore centrale a lamelle di metallo alloggiati all’interno dell’obbiettivo stesso.[19] La Speed Graphic era molto popolare fra i fotografi sportivi e quelli che seguivano le notizie di stampa, tanto che la sua immagine appariva nella testata del New York Daily News. L’uso dell’otturatore a tendina nelle foto di soggetti in movimento veloce come le auto da corsa causava leggere deformazioni dell’immagine, raffigurando le ruote per esempio non come cerchi perfetti ma come ovali. Questi difetti furono apprezzati dal pubblico perché rendevano ancora di più il concetto di velocità, tanto che gli illustratori iniziarono a disegnare le vetture da corsa con le stesse alterazioni nella forma.

Speed Graphics continua ad essere usata ancora oggi da molti fotografi che apprezzano il grande formato in una fotocamera portatile, l’otturatore a tendina sul piano focale permette l’utilizzo di una vastissima gamma di obiettivi.

I modelli Crown Graphic erano molto simili alla Speed Graphics, ma non montavano l’otturatore a tendina sul piano focale, questo li rendeva più corti di 2,5 cm e più leggeri di circa mezzo chilo. L’accorciamento del soffietto permise anche l’uso di grandangolari più spinti ed inoltre l’otturatore centrale montato nell’obbiettivo era capace di scattare a tempi più brevi di quello a tendina e permetteva una migliore sincronizzazione con i lampeggiatori al magnesio.

La Graflex oggi

Il successo delle macchine fotografiche Graflex nel tempo è confermato anche dall’utilizzo che alcuni fotografi ne fanno ai nostri giorni come il caso del fotografo professionista britannico Joshua Paul, che come riportava una notizia del 2017, su diversi media, fra cui la CNN[28][29] fotografava le corse di Formula 1 e che «invece di utilizzare le più recenti e più grandi fotocamere digitali o semplicemente una fotocamera moderna, aveva scelto di utilizzare una fotocamera Graflex 4×5 del 1913»

La foto del bimbo con la Graflex  è stato di ispirazione per George Lucas. La Graflex Speed Graphic,che si è ispirato la flash per creare l’elsa per le spade originali d Luke Skywalker e Obi Wan Kenobi.

( da Wikipedia )

Il reporter che impugna la Graflex è invece lo straordinario Weegee (pseudonimo di Arthur Felling) tra gli anni ’30 e ’60 è testimone della cronaca newyorkese. Ottiene il permesso di poter montare sulla sua auto una ricevente per poter ascoltare le comunicazioni della polizia e poter essere immediatamente sui luoghi degli avvenimenti. Per le sue foto utilizza una Graflex Speed Graphic, lo chassis con la pellicola è sempre pronto e inserito sul dorso della fotocamera, non avendo così la visione sul vetro smerigliato l’inquadratura è fatta attraverso il mirino a traguardo.

La  Crown Graphic usata per questi scatti era equipaggiata con uno Schneider Angulon 90mm f/6.8

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Gli scatti realizzati con la Crown Graphic e il Lomo Graflok Instant Back

Considerando che la fotocamera a più di dieci lustri e anche l’obiettivo è nato nel 900, i risultati sono eccezionali. Lo scatto del ricciolo di violino è stato un errore – ma pur divulgatore della consapevolezza l’ho accettato ): ho tolyo la volte a otturatore e diaframma aperto, per un paio di secondi, per poi realizzare uno secondo scatto con un tempo di posa inferiore a quello previsto – un totale di 6 secondi, e il diaframma chiuso. Il risultato è accattivante.

Nulla è stato toccato in post produzione sulle differenti temperature di colore, in ispecie lo scatto del cranio in primo piano scattato dopo il tramonto illuminato solo dalla algida luce del crepuscolo.

Lo scatto delle due sedie a sdraio è stato posato per un secondo durante il quale io mi muovevo dietro alle sdraio tenendo un pannello LED puntato dal basso sulla camicia e sul volto, come si nota nel dettaglio.

Conclusioni

LomoGraflok 4×5 Instant Back mi ha convinto.

Non posso non ribadire il dispiacere con cui anni fa seppi che Polapan 55 era andata in dismissione.

Qui,  a mio parere, parliamo però di un altro medium, innanzitutto un unicum – non abbiamo negativi ristampabili – abbiamo la possibilità di scattare anche a colori e questo se non è completamente strategico per me lo è per molte persone.

A me, comunque, non è dispiaciuto, per una volta, scattare a colori.

La scelta di ridurre l’area utile del 4×5, quindi 10×12 cm a una stampa con un’immagine utile di 6×9 cm è dovuta al fatto che diversamente il Graflok avrebbe avuto da un lato altre misure, dall’altro il fatto che ad oggi le pellicole istantanee 4×5 non sono in produzione.

Mi è piaciuta anche la leggerezza mentale con cui si affronta questo tipo di medium, la fotografia per una volta diventa piacevole e non un “calvario”.

Il prezzo al pubblico del LomoGraflok a mio parere è più che allineato con la genialità della soluzione, la facilità di utilizzo e una evidente precisione e  robustezza. La volet in metallo non mi è affatto dispiaciuta

Buona luce.

Gerardo Bonomo

Alla prossima, quindi, e vi ringrazio per il vostro tempo e la vostra attenzione.

Il vostro affezionatissimo, iridescente, senescente, e soprattutto, monopolicromatico, Gerardo Bonomo

  I miei video e i miei articoli sono accessibile a tutti e gratuitamente. Se volete fare una donazione utilizzando PayPal, il mio indirizzo è gerardobonomo@gmail.com . Specificate DONAZIONE e il vostro indirizzo mail per permettermi di ringraziarvi. ( vi ricordo i miei corsi sulla fotografia bianco e nero, dalla ripresa alla stampa, sia one to one che via Skype. Contattatemi: gerardobonomo@gmail.com, Cell.: 3356619215 )

Ringraziamenti:

Lomography, ovviamente, per avermi messo a disposizione il LomoGraflok 4×5 Instant Back e le pellicole Fujifilm Instax Wide Color

PuntoFotoGroup per avermi messo a disposizione le pellicole Fujifilm Instax Wide B&W

Moira Longo per aver realizzato i filmati

Guido Amato ( settesette_photography )  per l’amichevole collaborazione durante lo shooting con la Sinar F – alcuni degli scatti sono suoi )

Franco Ferloni per l’amichevole collaborazione durante lo shooting con la Crown Graphic che ha gentilmente messo a disposizione ( alcuni degli scatti sono suoi )

 

 

 

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