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Introduzione

Quando nel mondo dell’analogico fece la sua comparsa l’autofocus ci fu una vera e propria rivoluzione

La prima fotocamera – guarda caso – compatta fu la  Konica C 35 AF, presentata nel 1977

La prima reflex fu la Pentax ME-F nel 1981

Anche se la produzione di compatte e reflex manual focus continuò per molti altri anni, l’attenzione elle Aziende, e del pubblico, si cominciò a concentrare sulle fotocamere autofocus

Faccia eccezione per le diapositive, che non ammettono sotto o sovraesposizioni evidenti, i negativi colore e bianco e nero sono molto più tolleranti verso le sovraesposizioni

Ma nessun supporto argentico accetta un’immagine sfuocata, o meglio, se l’immagine è sfuocata in ripresa, tale risulterà in stampa.

Possiamo quindi considerare l’avvento dei sistemi autofocus un evento indubbiamente eccezionale nella storia della fotografia

Buona visione e buona lettura

Gerardo Bonomo

08 Nikon Z7 Nikon F
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Reflex e compatte

Mentre una reflex manual focus, grazie allo schermo di messa a fuoco o al telemetro dà un ausilio preciso al fotografo, nel mondo delle compatte manual focus sono molti i modelli a fuco fisso che lavorano in iperfocale o con sistemi a telemetro, non facili e intuibili come la messa a fuoco su uno schermo di messa a fuoco ingrandita dal pentaprisma, o ancora con sistemi a stima: si inquadra attraverso il mirino galileiano e si focheggia poi a stima manualmente attraverso la ghiera di messa a fuoco.

La Ricoh ha la messa a fuoco a telemetro, la Minox a stima, la Leica CM può lavorare sia in manual focus che in autofocus, la Leica Mini Zoom in autofocus

Vediamo quindi, che probabilmente i sistemi AF sono forse più di un ausilio su una compatta: meglio una compatta AF che una compatta con  messa a fuoco a stima

 

 

 

 

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Leica R9

Quando nel 2002 Leica presentò la sua ultima reflex a pellicola, la R9, solo per fare qualche esempio, Nikon aveva già avviato nel 1998 la produzione della F5 e nel 2004 della F6. Erano già uscite le prime reflex digitali come la Nikon D1

Anche la R9 era una manual focus, e ritengo opportuno sottolineare che la strada intrapresa da Leica è sempre stata distaccata dall’evoluzione fotografica mondiale.

Una coerenza, volendo discutibile, ma degna di massimo rispetto, perché consapevole

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Fotocamere blasonate Ho voluto prendere ad esempio alcune delle fotocamere attualmente più blasonate, una Leica M6 in rappresentanza del formato 24x36mm, una Rolleiflex e un’Hasselblad per il medio formato 6x6. Sono macchine e brand a dir poco epocali, che hanno segnato la storia della fotografia del 900. Oggi i prezzi di questi brand sono molto lievitati, e al contempo restituiscono una qualità forse impareggiabile. Ma è davvero obbligatorio cominciare il proprio percorso su pellicola bianco e nero spendendo migliaia di Euro per il solo acquisto della fotocamera?
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Leica, il telemetro e l’autofocus

Il sistema a telemetro che venne introdotto negli anni 20 sulle prime Leica a vite è ancora riproposto oggi sulla serie M digitale di Leica. Il fatto però che da tempo l’attenzione del pubblico si è concentrata sul sistema Leica Q la dice lunga su quanto, nonostante l’integrità sul sistema  a telemetro di Leica, una buona parte del pubblico abbia puntato l’attenzione sul sistema Leica AF, sacrificando l’intercambiabilità delle ottiche con una focale fissa che, nell’ultima release, la Leica Q3 grazie ai 62Mp dispone di uno zoom digitale, l’immagine può essere croppata in ripresa, cosi che la focale ottica nativa di 28mm può arrivare a un 90mm.

Il mondo delle Leica S e  SL, non dimentichiamo, unisce al sistema AF ( possono comunque lavorare anche in MF ) anche l’intercambiabilità delle ottiche, esattamente come le Leica M digitali.

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L’elettronica

Il sistema AF, così come gli otturatori elettromeccanici, l’armamento e riavvolgimento automatico oltre a decine di altre “servitù” nate con l’avvento dell’elettronica hanno di fatto reso le macchine molto più complesse nella riparazione. Questo non nel periodo di produzione – erano disponibili tutti i pezzi di ricambio ), ma ovviamente adesso, dove è possibile riportare a nuovo una Rolleiflex degli anni 40 – da riparatori indipendenti – ma è molto più complesso riportare a nuovo, giusto per fare un esempio, una Hasselblad H1. Molti distributori non esistono più, e non solo sono difficili da reperire i ricambi ma anche i riparatori indipendenti possono avere difficoltà in quanto non hanno i tools specifici sia di lavorazione che di controllo che erano invece in dotazione ai reparti di riparazione dei distributori di allora

E’ il motivo per cui molte fotocamere a pellicola MF hanno triplicato, pur usate, il prezzo di vendita, mentre le fotocamere AF, per molti modelli, oggi hanno costi più accettabili, in molti casi, tenendo anche conto della svalutazione e del passaggio all’Euro il costo di una reflex a pellicola AF usata è molto inferiore al prezzo della stessa fotocamera quando venne presentata, magati vent’anni fa..

Parlando di Leica il mondo M a pellicola e  relative ottiche è un discorso a sé: esistono diversi fotoriparatori indipendenti ma al contempo Leica Italia, attraverso i Leica Store, fanno da trait d’union tra l’utente finale e la fabbrica di Wetzlar di Leica, in grado di riparare qualsiasi fotocamera M a pellicola e relative ottiche. 

L’ultima foto mostra proprio una Leica, la Mini, in fase di riparazione. Da un fotoriparatore indipendente…

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Leica e le compatte

Con l’avvento delle compatte AF anche Leica propose diversi modelli

Iniziò nel 1989 con il modello AF C1, per passare nel 1991 alla la Leica Mini, dotata di focale fissa Elmar 35mm f/3.5, per passare alla Mini II. alla Mini 3 alla Mini Zoom – che è quella che stiamo recensendo- , per passare poi ai modelli Minilux, alla Minilux armata con Summarit 40mm  e alla Minilux Zoom armata con Vario Elmar 35-70mm.

Nel 2003 esce la CM, armata con Summarit 40mm, con sistema AF disinseribile, priorità di diaframmi, fino all’ultimo modello del 2004, la CM Zoom, di nuovo armata con Elmarit 35-70mm. Va notato che queste macchine recano la scritta Made in Germany e sono di fatto prodotte in Germania mentre molti dei modelli precedenti sono stati prodotti in Giappone: la Mini Zoom, giusto pet fare un esempio era prodotta dalla Kyocera sotto l’egida di Leica.

 

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Leica Mini Zoom nel dettaglio

Obiettivo

La Mini Zoom pesa 235 grammi, è assolutamente tascabile, monta come ottica un Vario Elmar 35/70mm f/4-7,6 con messa a fuoco da 60cm all’infinito.

I due panorami in bianco e nero sono stati scattati rispettivamente alla focale 35mm e alla focale 70mm

Mirino

Il mirino è galileiano, segue l’angolo di campo della focale impostata ma non la parallasse, per la quale, alle minime distanze di fuoco, bisogna far riferimento alle apposite cornicette luminose visibili nel mirino.

A quelle tradizionali se ne aggiungono due, orizzontali, che permettono di utilizzare un aggiuntivo delimitatore panoramico, che va inserito nella fotocamera prima di inserire la pellicola, per ottenete fotogrammi in formato 12x36mm.

Una volta posizionato l’adattatore non è possibile smontarlo fin al termine delle pose del rullo.

Ai lati del mirino ci son due LED, uno verde, l’altro rosso.

Quando quello verde lampeggia significa che la messa a fuoco non è stata eseguita correttamente o la distanza di fuoco è inferiore al limite, 60cm

Quando si è stabilizzato la macchina memorizza sia la distanza che l’esposizione ed è possibile, volendo, ricomporre l’immagine, mantenendo il pulsante di scatto premuto a metà. Quindi la macchina è dotata sia di Ae che AF lock

il LED rosso si accende quando è stato selezionato il flash ed il flash è carico

 

15 videotutorial MF AF Nikon FM2 72
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Otturatore

I tempi disponibili vanno da 1/4 a 1/300 di secondo più una posa B, fino a 99 secondi, che vengono dichiarati in progressione nel display a cristalli liquidi e che si ottiene tenendo premuto il pulsante di scatto, ovviamente con macchina su treppiedi – presente l’attacco filettato per i treppiedi -.. Non è previsto il collegamento a nessun tipo di scatto a filo e l’esposimetro della fotocamera non sovraintende alla posa B.

biglietto da visita GB
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Batteria

La Mini Zoom lavora con una batteria – meglio se al litio – ancora in produzione, la 123A. Nelle istruzioni come vedremo anche in seguito non vengono dichiarati il numero di rullini che possono essere esposti con una singola batteria. Di contro, se la batteria dovesse esaurirsi con il rullo inserito, basta sostituire la batteria: la macchina avrà memorizzato l’ultimo numero di fotogramma e non ripartirà da zero

10 fm3a articolo attacco ai della Nikon FM3A1080
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Codice DX

La Leica Mini Zoom è in grado di leggere il codice DX delle pellicole da 50 fino a 3200 ISO e settare in automatico l’esposimetro. Qualora la pellicola fosse sprovvista di codice DX la macchina setterà in automatico  l’esposimetro su 100 ISO.

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Caricamento, avanzamento e riavvolgimento della pellicola

E’ completamente automatizzato e, a differenza di altri modelli, la Mini Zoom scatta finché ha pellicola disponibile – altri modelli anche di altre marche si fermano al fotogramma 36. Se il caricamento non viene effettuato correttamente, la macchina non è in grado di scattare: sul display viene visualizzato un codice di errore, basta riaprire il dorso e rimettere la pellicola con la coda estratta nella posizione corretta. Un plus non indifferente: tutte le macchine manual focus scattano anche se la pellicola non è correttamente agganciata, solo che, anzichè imprimere le immagini sulla pellicola, le imprimono sul pressapellicola…..Da nessuna parte si fa parola del numero di rullini che possono essere realizzati con una singola batteria nuova. E’ chiaro che l’uso intensivo del flash riduce il numero dei rullini che possono essere esposti con una singola batteria.

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Middle roll change

Attraverso un pulsante posto sul fondello che si attiva se premuto con qualcosa di appuntito, la fotocamera riavvolge la pellicola anche se non è stata ancora terminata

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Data Back

La Leica Mini Zoom è stata prodotta anche con dorso Data Back, per permettere di imprimere, all’interno, del fotogramma, anno, mese, giorno ora in differenti modalità.

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Cinghia armapolso e custodia in pelle

La macchina viene fornita con cinghia ad armapolso: dispone di un solo occhiello quindi non accetta le cinghie a tracolla e dispone, opzionale, di un astuccio di protezione in pelle.

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Autoscatto

L’autoscatto ha una durata di 10 secondi. Il LED sul frontale si illumina per i primi 7 secondi, lampeggia per i successivi 2 e rimane fisso durante l’ultimo secondo, appena prima dell’esposizione.

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+ 2 EV

La Leica Mini Zoom permette una forzatura in sovraesposizione di + 2EV ( in gergo si chiama staratura intenzionale dell’esposizione ), indipendentemente da qualsiasi altra funzione attivata. Un sistema valido per fotografare soggetti molto chiari – che non significa che siano molto illuminati ma che riflettono molta luce, come un muro bianco, o soggetti, come ritratti con lo sfondo molto chiaro. Abbiamo testato questa funzione con successo in più di uno scatto.

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Flash

Il flash può essere impostato su una molteplicità di funzioni. Innanzitutto scatta in automatico se il tempo di scatto scende sotto a 1/50 di secondo.

A seguire il suo funzionamento può essere forzato o disinserito anche in combinazione con la messa a fuoco posizionata sull’infinito o con la staratura intenzionale dell’esposizione. e può essere programmato anche in modalità anti occhi rossi. Sempre sul campo, in diversi ritratti in controluce di giorno, è risultato molto utile.

Con pellicola a 100 ISO, e focale 35mm, la portata massima è di 4,7 metri che raggiungono, con pellicola da 3200 ISO e focale 35mm, ben 26,6 metri!

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Sul campo

Leggera, 235 grammi ha misure L 123mm, H 71,5mm P 43 mm, quindi assolutamente tascabile.

Su 38 fotogrammi ( la Mini Zoom continua a scattare finchè c’è pellicola disponibile, a differenza di molte altre fotocamere motorizzate che al trentaseiesimo fotogramma, d’autorità, riavvolgono la pellicola ) –  ne sono venuti, correttamente focheggiati, 36: ho avuto qualche problema su qualche close up, probabilmente per avere bloccato la distanza premendo il pulsante di scatto ed essermi spostato leggermente in avanti o indietro prima di aver premuto a fondo il pulsante di scatto.

Perfette le esposizioni e estremamente vantaggiosa la funzione + 2EV che mi ha permesso di sovraesporre intenzionalmente, in diverse situazioni in cui sapevo, per la riflettanza della scena, come un soggetto con un muro bianco di sfondo, che avrei diversamente ottenuto un’immagine sottoesposta. Nonostante il blocco Ae e AF, io preferisco inquadrare il soggetto e non apportare modifiche, se non le starature intenzionali, piuttosto che cercare una zona dell’inquadratura idonea, bloccare l’esposizione e l’AF, per poi ricomporre l’immagine

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La pellicola

Ho utilizzato una Rollei Retro 400S, in grado di risolvere 160 lp/mm che ho sviluppato, in tank Paterson, dopo un prebagno in acqua a 20 °C – per togliere lo strato antihalo tipico della linea Silver di Rollei che hanno emulsioni stese su base P.E.T. e uno strato antihalo molto spesso -, utilizzando il Bellini Hydrofen alla diluizione 1+31, sempre a 20°C per 17 minuti, con rovesciamenti continui per il primo minuto, e poi un capovolgimento ogni 30”.

A seguire, sempre di Bellini, arresto Eco INDEXSTOP con indicatore di PH, e fissaggio, sempre Bellini, Fissaggio Universale FX 100 composto da Ammonio Iposolfito facilmente eliminabile.

Questi prodotti di Bellini sono della linea ECO, con basso impatto ambientale. I componenti, a parità di risultato, sono stati riformulati per un maggiore rispetto per l’ambiente.

Lavaggio Eco ( miscelando acqua e aria per creare una turbolenza e dimezzare la quantità di acqua e il tempo di lavaggio  usando l’iniettore di Jobo con valvola Venturi.

Passaggio finale in acqua distillata a cui ho aggiunto per 500ml, 5ml di Wetting Agent di Ornano, IMBIBENTE BB C 97 ora prodotto e distribuito da Bellini, che ha proprietà battericide, antimuffe e antialghe sulla pellicola.

I risultati

Dagli ingrandimenti ottenuti, il Vario Elmar 35/70mm ( 7 elementi in 6 gruppi ) si è comportato più che egregiamente. E’ evidente che la qualità che si raggiunge, parlando di casa Leica, di un Summicron correttamente diaframmato è superiore, ma qui stiamo parlando di una compatta, di un decoroso taccuino d’appunti visivi da avere sempre con sé, che non ha l’intenzione di sostituirsi a corredi più performanti.

Il flash incorporato ha risolto diversi problemi nei ritratti in controluce – non avevo con me un pannello di polistirolo o uno schermo pieghevole riflettente.

La forzatura di + 2EV si è rivelata utile fotografando una maschera appesa a un muro bianco

Le foto visibili qui sotto, se cliccate per due volte consecutive, arrivano alla qualità nativa di scansione, 6.000×4.000 pixel dove il limite è dato più dalla grana della pellicola che dalla risoluzione dell’ottica usata per la scansione, un AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED in accoppiata con una vetusta ma pur sempre eccellente Nikon D5600

Uno scatto alla minima distanza di messa a fuoco

 

Un dettaglio dell’immagine precedente

 

Un ritratto in controluce senza l’ausilio del flash

 

Dallo stesso punto di vista con l’uso del flash incorporato

 

Un dettaglio dell’immagine precedente

 

Uno scatto in controluce senza l’ausilio del flash

 

Dallo stesso punto di vista con l’ausilio del flash incorporato

 

Uno scatto difficile, il soggetto era posizionato su un muro bianco. Inevitabile la sottoesposizione.

 

Attivando la funzione + 2EV lo scatto successivo è risultato perfettamente esposto.

 

Uno scatto alla focale 35mm…

 

… e dallo stesso punto di vista alla focale 70mm. Uno zoom, anche solo 2x, non è affatto disprezzabile.

 

Il mirino della Leica Mini Zoom segue l’ingrandimento progressivo della focale utilizzata ma non pemette una correzione della parallasse alla minima distanza di fuoco. In questo scatto alla minima distanza di fuoco non ho controllato al meglio le cornici della parallasse e il soggetto è risultato leggermente decentrato.

 

Un dettaglio dell’immagine precedente. Nonostante la giornata nuvolosa che ha ammorbidito e quasi annullato la texture del legno intagliato, il dettaglio è risultato incredibile.

 

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Conclusioni

La Leica Mini Zoom a mio parere è una macchina egregia. Anche se io sono un fan sfegatato della Olympus Mju II, se da un lato non ho potuto raggiungere la distanza minima di fuoco di soli 35mm, ho approfittato a man bassa dello zoom a 70mm per i ritratti. tenendo presente che l’ottica della Leica Mini è retrattile e dotata di una chiusura a ghigliottina per proteggere la lente frontale quando la macchina è spenta.

La Leica Mini Zoom mi ha convinto, e il fatto che la produzione non sia tedesca ma venne demandata alla Kyocera non le toglie punti: quante Rollei sono state prodotte a Singapore, quanto materiale Leica è stato prodotto in Canada, quanti obiettivi per Hasselblad X Pan sono stati prodotti da Fuji. L’unione delle competenze, a mio parere, fa la forza.

A differenza di altre fotocamere, Mju in testa, che al momento del lancio avevano un prezzo che oggi è più che triplicato, le compatte di Leica avevano pezzi molto elevati al momento del lancio ma oggi, in proporzione, si sono ridotti. Ben venga!

Fin dall’introduzione della Minox GT io ho sempre cercato di avere con me, oltre a un’attrezzatura di piccolo, medio o grade formato, anche una compatta, e spesso sono uscito di casa solo con una compatta.

Sono del parere, come argentico, che anche nel terzo millennio, se non esco mai di casa con il mio smartphone, non vedo il motivo per non mettere nell’altra tasca una compatta caricata a pellicola

Sempre che non sia in giro a scattare PER DAVVERO, magari con un banco ottico…

Bianco e nero, naturalmente.

Sempre meglio che  non avere con sé alcun sistema per registrare immagini…latenti

Vi ringrazio per la vostra attenzione

Il vostro affezionatissimo, iridescente, senescente, e soprattutto, monocromatico, Gerardo Bonomo

 

Ringraziamenti

Ringrazio il mio fraterno amico Nunzio che ha messo a disposizione la Leica Mini Zoom con cui ho realizzato l’articolo e il video. La macchina, con imballi, istruzioni, custodia in pelle e certificato originale di garanzia Polyphoto ( il distributore Leica di allora ) è stata acquistata presso il punto vendita Foto Ottica Cavour di Milano, che ringrazio “indirettamente”

  I miei video e i miei articoli sono accessibile a tutti e gratuitamente. Se volete fare una donazione utilizzando PayPal, il mio indirizzo è gerardobonomo@gmail.com . Specificate DONAZIONE e il vostro indirizzo mail per permettermi di ringraziarvi. ( vi ricordo i miei corsi sulla fotografia bianco e nero, dalla ripresa alla stampa, sia one to one che via Skype. Contattatemi: gerardobonomo@gmail.com, Cell.: 3356619215 )

 

 

 

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