Introduzione
In questo articolo e in questo video vi spiego il funzionamento della nuova tank daylight di Lomo. Compatibile con tutti i negativi 35mm non solo permette lo sviluppo ma soprattutto il caricamento della pellicola in piena luce.
Può essere utilizzata sia con la chimica tradizionale, sviluppo, arresto e fissaggio che con il monobagno, come il DxONE che sviluppa e fissa contemporaneamente le pellicole in bianco e nero in soli 6 minuti.
Può essere utilizzata sia con il metodo della rotazione che del capovolgimento.
E’ fornita con un estrattore della coda della pellicola di facilissimo utilizzo.
Materiali e design di ottima fattura, è in grado di lavorare, ovvero di tagliare, sia le pellicole su base triacetato che su base PET.
Buona lettura e buona visione
Che cos’è una tank daylight
Una tank daylight è un tipo di contenitore per lo sviluppo dei negativi che consente di caricare la pellicola in piena luce.
La maggior parte delle tank tradizionali permettono di sviluppare la pellicola alla luce, ma di caricarla al buio.
Il vantaggio delle tank daylight sta nel fatto appunto che il caricamento della pellicola avviene alla luce e normalmente è più facilitato rispetto al caricamento tradizionale al buio
Esistono diverse tank daylight per trattare il negativo 35mm, poche per trattare il negativo 120 o 6x6cm.
Ne ho già parlato in diversi articoli e video, qui di seguito alcuni.
https://www.gerardobonomo.it/2019/04/20/leica-cl-e-agfa-rondinax-35u-la-strana-coppia/
Un po’ di storia
Una delle prime tank daylight venne prodotta la Leitz, l’azienda tedesca che inventò Leica
Anche Kodak produsse alcune tank daylight, come la Kodak DayLoad ma tra quelle più conosciute – e ancora disponibili sul mercato dell’usato, ci sono quelle prodotte da Agfa, all’inizio insieme a Leitz, poi autonomamente,
Agfa Rondix
E’ indubbiamente la tank daylight più compatta mai progettata.
E’ priva di spirale, al centro ha un mozzo a cui si aggancia la pellicola, una volta chiusa, usando la manovella in dotazione si arrotola la pellicola sul mozzo, si aggiunge la chimica, 200ml, e poi si continua a girare la manovella avanti e indietro continuando ad arrotolare e srotolare la pellicola; è priva di taglierina, quando la pellicola è sviluppata basta estrarre pellicola e rullino dalla tank, separare il rullino dalla pellicola con un paio di forbici e mettere la pellicola ad asciugare. E’ a dir poco geniale, ed è ancora reperibile, con difficoltà e a prezzi piuttosto elevati, in Rete.
Agfa Rondinax 35U
é l’evoluzione della Rondix: molto più complessa anche se di utilizzo facilissimo, dispone di una spirale posizionata in verticale con una clip di acciaio collegata al mozzo della tank a cui agganciare la pellicola.
Una volta chiusa, si arrotola tutta la pellicola nella spirale e, grazie a una taglierina, si separa il rullino dalla pellicola. Un ponticello interno che agevola il caricamento della pellicola, è visibile anche a tank chiusa e permette da un lato di controllare che la pellicola si stia caricando correttamente, dall’altro, volendo, di tagliare la pellicola – grazie alla taglierina incorporata, dopo 12, 24 o 36 fotogrammi, qualora non si volesse sviluppare l’intera pellicola. Dispone di termometro integrato e necessita di 200ml di chimica, sia che si usi il procedimento tradizionale, sviluppo, arresto, fissaggio che il monobagno; attraverso un pomolo esterno si ruota la spirale in continuazione in modo che anche se solo metà della spirale è immersa nella chimica, la rotazione continua permette di mantenere sempre la pellicola carica di chimica e continuamente rimescolata.
E’ stata prodotta fino a oltre gli anni 70 ed è disponibile in Rete anche a prezzi accettabili; è stata prodotta in tre differenti versioni che si discostano di poco o nulla tra loro; l’ultima prodotta la si riconosce perché ha il sistema di blocco della pellicola, un piccolo pomello che si vede anche esternamente, arancione, mentre il pomello anziché nero è bianco.
Con il nome di Rondinax 60 è stata prodotta anche per lo sviluppo dei negativi 6×6. E’ molto più complessa del modello 35 perché bisogna innanzitutto separare la carta dalla pellicola, sempre in piena luce e poi agganciare la pellicola alla clip collegata alla spirale tenendo presente che, a seconda della spaziatura della fotocamera medio formato impiegata, pochi millimetri dopo la parte della pellicola che bisogna agganciare, c’è il primo fotogramma che ovviamente non deve prendere luce. Per il resto, lavora esattamente come la Rondinax 35
LAB-BOX
Presentata nel 2019 e tuttora in produzione, LAB-BOX è un progetto della italiana Ars Imago.
Riprende i concetti della Rondinax, spirale verticale, taglierina ma è l’unica tank daylight al mondo dove, semplicemente cambiando il “modulo” agganciato alla tank, è possibile sviluppare sia le pellicole 35mm che 6x6cm
Può lavorare in agitazione continua con 300ml di soluzione o con 490ml di soluzione, in questo caso la spirale- sempre posta in verticale – è completamente immersa nella soluzione ed è possibile procedere, usando il procedimento tradizionale, a una rotazione continua per il primo minuto di sviluppo, per poi, utilizzando il classico pomello o il crank ( manovella ) opzionale effettuare una rotazione ogni 30 secondi, esattamente come il capovolgimento delle tank tradizionali, senza dover fare complicati calcoli per diminuire il tempo di sviluppo, come in tutti i casi in cui la rotazione è continua. Ars Imago propone diverse chimiche di sviluppo, arresto e fissaggio oltre a un Monobagno che in 6/8 minuti permette di sviluppare e fissare contemporaneamente la pellicola. Basta poi il tradizionale lavaggio per completare il ciclo e mettere la pellicola ad asciugare. E’ disponibile un coperchio opzionale LAB BOX PROFESSIONAL LID che incorpora una sonda per il controllo della temperatura che si legge su un display dove è anche possibile impostare il timer, volendo su tre tempi differenziati così da monitorare il tempo di sviluppo, arresto e fissaggio.
Lomo Daylight Developing Tank 35mm
E veniamo alla tank di Lomo
Vi anticipo che non entrerò in modo approfondito nei dettagli d’uso, vi rimando al video in testa all’articolo
Innanzitutto Lomo ha ripreso la filosofia della TAHOO di Leitz: la spirale è orizzontale, come nelle tank tradizionali.
Il design è molto accattivante, ma soprattutto, i materiali scelti per tutta la componentistica mi fanno pensare a un prodotto che può durare anni.
Il coperchio ha al suo interno una guarnizione realizzata con un particolare materiale, simile a quello degli o-ring, che va a incastrarsi sul bordo della tank, garantendo una perfetta impermeabilità, ovvero, che la chimica non possa trafilare durante i capovolgimenti. Il tappo inoltre non si avvita né si blocca a pressione, ma si appoggia semplicemente; si blocca grazie a una “fascetta” in acciaio armonico che si blocca con un sistema di aggancio che esercita una leggera pressione, sufficiente perché la fascetta non si sposti durante le operazioni e di conseguenza il tappo rimanga perfettamente in posizione.
Nel kit è fornito anche l’estrattore della coda della pellicola, è un estrattore molto sofisticato che riprende il principio di uno dei migliori estrattori disponibili sul mercato, quello di Kaiser.
La tank è formato, sostanzialmente da due unità.
La prima è l’unità di caricamento della pellicola che viene rimossa durante lo sviluppo e permette facilmente di inserire il rullo, e posizionare la coda della pellicola nella corretta posizione di caricamento.
Una volta che il rullo e la coda sono in posizione, si inserisce il modulo al centro della tank, si gira la manopola rossa della taglierina su lock e, usando la manovella di caricamento rimovibile si gira in senso orario, controllando che la manopola bianca di riavvolgimento giri a dimostrare che la pellicola si sta correttamente caricando.
Una volta che tutta la pellicola si è avvolta nella spirale la manovella di caricamento si blocca, si gira la manopola rossa della taglierina su “cut” e a questo punto si può estrarre il modulo di caricamento.
La tank di Lomo è l’unica al mondo che dispone di una taglierina in grado di tagliare sia le pellicole su base triacetato che le quelle su base PET, che nessuna tank daylight esistente è in grado di tagliare.
La tank di Lomo necessita di 350ml di soluzione.
Una volta versata la chimica, è possibile sviluppare la pellicola sia ruotando semplicemente la spirale ruotandolo avanti e indietro che, una volta messo il tappo in posizione, con i tradizionali rovesciamenti.
E di nuovo, è l’unica tank esistente in grado di poter lavorare in entrambi i modi
E’ possibile sviluppare nel modo tradizionale, sviluppo, arresto, fissaggio, che usando il monobagno.
Io ho utilizzato il Monobagno DxONE della Punto Foto Group di Milano, in grado di sviluppare e fissare contemporaneamente qualsiasi pellicola in bianco e nero in 6/8 minuti a una temperatura che deve rimanere in un range decisamente tollerante, tra i 20 e i 24 gradi.
Il risultato è ottimo: il monobagno può essere usato in stock, rimettendo poi la chimica nella bottiglia madre da 1litro sufficiente per effettuare almeno 12 sviluppi/fissaggi, o utilizzato one shot, dimezzando la chimica di base e aggiungendo acqua del rubinetto.
Una volta terminato il processo, il lavaggio può essere fatto direttamente nella tank, si apre la tank, si estrae la spirale e, dopo un passaggio finale che io consiglio a prescindere dalla tank in acqua depurata e WAC, si appende la pellicola per l’asciugatura.
La tank poi va lavata asciugata e la spirale rimontata. La spirale ha un porta spirale e un primo coperchio a tenuta di luce che vanno rimontati aiutandosi da una serie di frecce e riferimenti che permettono un montaggio corretto. In tutte le fasi di utilizzo e successivamente di smontaggio e riassemblaggio, se i vari elementi vengono riposizionati correttamente, non si avverte MAI nessuno sforzo; se avvertite una qualsiasi forzatura significa che non state lavorando in modo corretto, non forzate ma guardate meglio il mio video e il manuale di istruzioni che trovate inquadrando il codice QR presente all’interno della confezione. Non nego che la prima volta bisogna avere un poco di accortezza per seguire i vari step di rimontaggio, ma poi la procedura diventa automatica.
Detto questo Lomo si è oggettivamente impegnata in un progetto non solo innovativo ma completamente diverso dai progetti delle precedenti tank daylight. Lo ripeto, anche la scelta dei vari materiali impiegati è ammirevole.
Tenendo presente che nel kit è presente anche l’estrattore di pellicola, che da solo costa intorno ai 20 Euro, il prezzo finale di 79 Euro a mio parere è più che giustificato, senza contare il fatto che qui parliamo di una tank nuova e garantita, della quale è possibile reperire anche eventuali parti di ricambio. La tank a spirale singola compatibile solo con il formato 135 costa intorno ai 25 Euro ed è estremamente semplificata rispetto alla nuova tank Lomo; il prezzo della tank Lomo quindi, a mio parere, non solo è proporzionato, ma ben più basso di quanto potrebbe essere stato proposto al pubblico, vista la quantità di elementi assemblati e ovviamente il fatto che si tratta di una tank day lightVi suggerisco di acquistare una seconda spirale in modo che, se dovete fare due sviluppi consecutivi, avrete già una seconda spirale perfettamente asciutta per procedere al secondo sviluppo.
Qui di seguito il link alle istruzioni in italiano
La fotocamera impiegata: la Lomo Sprocket Rocket
La Lomo Sprocket Rocket compie quest’anno 15 anni dalla sua presentazione sul mercato, ne ho parlato in questo mio articolo con relativo video: https://www.gerardobonomo.it/2022/12/20/lomo-sprocket-rocket-molto-camera-poco-toycamera/
Utilizza la pellicola 35mm, monta un obiettivo focale 35mm che sul formato della Sprocket porta a un angolo di campo di ben 105°
Il formato del fotogramma è 24x72mm, quindi è possibile arrivare, su una pellicola 35mm a 17/19 pose.
Rimovendo la cornice interna che delimita il formato, si arriva a un fotogramma 35x72mm: in questo caso l’immagine va a colpire anche le perforazioni e le le zone della pellicola dove sono stampate le segnature, ovvero i numeri di fotogramma e il tipo di pellicola, portando a un risultato che io trovo molto affascinante.
Ha un solo tempo di scatto 1/100 di secondo, oltre la posa B; non dispone di attacco filettato per modulare la posa B. L’otturatore è a riarmo automatico, quindi sullo stesso fotogramma è possibile scattare un numero “infinito” di scatti, in quanto il sistema di trascinamento è separato dal riarmo dell’otturatore.
Due i diaframmi disponibili, f/10,8 – in una parola f/11 – e f/16
Due le distanze di fuoco impostabili, da 60cm a 1 metro e da 1 metro all’infinito.
Una fotocamera spartana, per dirla con un eufemismo, dove il singolo tempo di posa, lavorando su treppiedi su soggetti statici, può essere rimodulato scattando più immagini sullo stesso fotogramma.
Un esempio pratico: abbiamo bisogno di scattare a f/10,8 e 1/25 di secondo: basterà eseguire tre scatti da 1/100 ciascuno, senza far avanzare la pellicola per ottenere alla fine, una somma di immagini che porterà sulla pellicola la stessa quantità di luce di 1/25 di secondo.
Quindi: uno scatto, 1/100, due scatti 1/50, tre scatti 1/25, quattro scatti 1/15 ( circa ), cinque scatti 1/8, sei scatti 1/14, sette scatti 1/12, 8 scatti 1 secondo di posa totale.
Bisogna qui di valutare bene dove si andrò a scattare e il meteo della giornata, per decidere se lavorare con una pellicola a bassa sensibilità, 100 ISO o di sensibilità più elevata, 400 ISO, o oltre.
Forse per festeggiare i 15 anni dalla sua presentazione sul mercato, in questo momento ( 27 aprile 2025 ) la Lomo Sprocket Rocket è proposta sullo shop Lomo a €49 ( https://shop.lomography.com/it/sprocket-rocket-35-mm-film-panoramic-camera?srsltid=AfmBOor-vqPm_ozS79eAi5Omh3YlmEUngkO02MLMuj8YrHUXg8PchonI )
Le pellicole impiegate
Ho lavorato con tre differenti pellicole, tutte da 400 ISO, la Lomo Berlin, la Lomo Lady Grey e la Rollei RPX 400.
La Berlin è una tradizionale pellicola pancromatica che può essere “tirata” fino a 3200 ISO
La Lady Grey ha una grana più fine e più gamma tonale e può, volendo, essere “ tirata” fino a 1600 ISO
La Rollei RPX 400 ( https://www.rolleianalog.com/products/rollei-rpx-400/?lang=en ) prende spunto dall’intramontabile AGFA APX 400. Pellicola straordinaria che permette sia il push che il pull, quindi la sotto e la sovraesposizione intenzionale dell’intero rullo con relativa correzione in fase di sviluppo. E’ distribuita in Italia dalla Punto Foto Group ed è disponibile sia in formato 135 ( https://www.puntofoto.it/shop_card.asp?id_prod=1326 ) che in formato 120 ( https://www.puntofoto.it/shop_card.asp?id_prod=1006 )
La qualità “discreta” dell’ottica della Lomo Sprocket Rocket e le complesse situazioni di ripresa hanno decisamente appianato i risultati finali. Sia la pellicola Berlin che Lady Grey che ho utilizzato, a sviluppo ultimato ho scoperto che erano prive sia della segnatura che del nome della pellicola. Non la RPX400 dove, avendo lavorato in formato 35x72mm con tutte e tre le pellicole, sulla RPX 400 l’immagine ha incorporato anche le segnature, quindi il modello di pellicola e il numero del fotogramma, che è proprio il bello della Lomo Sprocket Rocket.
Lo sviluppo impiegato
Per par condicio e non solo, ho sviluppato tutte e tre le pellicole usando il monobagno DxONE ( https://www.puntofoto.it/shop_card.asp?id_prod=1539 )della Punto Foto Group che permette in 6/8 minuti, con una temperatura tra i 20° e i 24° di sviluppare e fissare contemporaneamente la pellicola. Disponibile in soluzione pronta all’uso da un litro può essere usato in stock e rimesso nella bottiglia madre per trattare almeno 15 pellicole, ho, come preferisco fare io, usato in modalità one shot: anche se la tank LOMO prevede 350ml di soluzione, io ho usato 150ml di acqua del rubinetto e 150ml di monobagno e ho poi processato tutte e tre le pellicole con rovesciamenti continui. Dopo ogni trattamento ho eliminato la soluzione diluita al 50% e ne ho preparato una nuova.
DxONE: Prodotto combinato sviluppo/fissaggio in una unica soluzione liquida, a base di idrochinone, pronto uso, riutilizzabile. Adatto alla maggior parte di pellicole in bianco nero argentiche tradizionali. I negativi presentano un’equilibrata resa tonale ed un contrasto medio-alto.Tempo di trattamento: 6 minuti a 20°C. (Non superare i 10 minuti)Con la soluzione stock è possibile sviluppare fino a 15 pellicole nell’arco di due mesi.1 litro pronto-uso
I risultati
Cliccate due volte sulle immagini qui sotto per vedere le scansioni alla risoluzione nativa.
I risultati sono stati ottimi, nessuna sfiammatura né parti del fotogramma più sviluppati rispetto ad altri. Per puntualizzare, il sistema di taglio lavora circa 1 cm a valle del rullino, le probabilità che comunque vada a tagliare la trentaseiesima o trentasettesima posa sono nulle.
Durante i tre sviluppi per capovolgimento, dal coperchio non è trafilata neppure una goccia di soluzione e durante i tre caricamenti della pellicola non è avvenuto alcun inceppamento ( la spirale in tutti e tre i processi era perfettamente asciutta )
Conclusioni.
La Lomo Daylight Developing Tank 35 mm ha passato a pieni voti le prove.
Se utilizzata insieme al monobagno, vista la compattezza della tank e la possibilità di caricare in piena luce, può essere usata durante un viaggio fotografico per sviluppare ogni sera il o i rulli scattati durante la giornata, per monitorare il lavoro e il corretto funzionamento della fotocamera impiegata.
Del rapporto qualità/prezzo ho già parlato, dati alla mano, che si voglia acquistare una tank daylight usata in Rete o la si voglia paragonare a quelle in produzione, la tank di Lomo è quella col prezzo più conveniente attualmente sul mercato.
Eccellente per i neofiti, è consigliabile anche per chi ha già esperienza: durante i caricamenti la pellicola non si è mai inceppata cosa che, usando sia le spirali Paterson che A.P. ogni tanto mi succede – poi è sufficiente aprire la spirale, ricaricare la pellicola nel rullino e ricominciare da capo, ma non è affatto piacevole…
Un ottimo prodotto, che lascerà il segno nel mondo della fotografia su pellicola
Alla prossima
Gerardo Bonomo
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