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LAB-BOX: Come sviluppare una pellicola b&n con i consigli di Gerardo Bonomo

Siamo arrivati al quinto (!!!) videotutorial su LAB-BOX, questa straordinaria tank daylight in grado di caricare e sviluppare IN PIENA LUCE sia le pellicole 135 che 120, sia in bianco e nero che a colori.

Trovate qui i link agli altri articoli e videotutorial che ho già pubblicato:

LAB-BOX: LA TANK PER SVILUPPARE LE PELLICOLE IN PIENA LUCE!

LAB-BOX. SVILUPPIAMO UNA PELLICOLA 135MM CON IL MONOBATH ARS IMAGO

LAB-BOX. SVILUPPIAMO UNA PELLICOLA 120 CON IL MONOBATH ARS IMAGO

LAB-BOX: sviluppiamo una pellicola in modo tradizionale. prebagno, sviluppo, arresto, fissaggio, lavaggio

 

 

Come è fatta la LAB-BOX

Avendone già parlato diffusamente nei primi quattro articoli e video tutoria, LAB-BX è composta da tre elementi: la tank vera e propria, a cui collegare a seconda del tipo di pellicola il modulo 135 per caricare ALLA LUCE le pellicole 135 e il Modulo 120 per caricare ALLA LUCE le pellicole 120

 

 

 

La quantità di liquido.

E’ possibile utilizzare 300ml di soluzione ruotando per tutta la durata del trattamento il rotore o il crank opzionale, o utilizzare 490ml di soluzione compiendo in questo caso una rotazione ogni 30 secondi, come nelle tank convenzionali

La chimica utilizzabile.

E’ possibile usare QUALUNQUE chimica tradizionale, sia per il trattamento bianco e nero che colore, che i monobagni, qui un esempio di monobagno, il Monobath di Ars Imago ( ne esistono anche altri, come e il DxONE della Linea Ag+ ), che in meno di dieci minuti consentono di ottenere negativi bianco e nero sia in formato 135 che 120 sviluppati e fissati al tempo stesso; poi è sufficiente un lavaggio finale per procedere poi all’asciugatura e alla stampa, Per tutti i dettagli sia di utilizzo che di assemblaggio rimando ai miei precedenti articoli e videotutorial.

 

 

A sinistra: Alessandro Franchini, CEO di Ars Imago, avvia la fantastica serata/party/live/demo dello scorso 5 settembre nel punto vendita Ars Imago di Roma

La Nikon FE permette di osservare, attraverso il mirino, diversi dati impostati e di scatto. In alto, come di consueto, grazie a un prisma che legge la scala dei tempi sull’obiettivo montato, è possibile leggere il tempo impostato. A sinistra è presente una scala che permette di leggere i tempi da1/1000 fino a 8 secondi, oltre l’impostazione sul tempo meccanico 1/90 di secondo e la posa B e se la ghiera dei tempi è impostata su A. Per indicare il tempo o la funzione impostata basta osservare dove è posizionata la stanghetta verse, che si muove sincronizzata rispetto alla rotazione della ghiera dei tempi. Per leggere invece il dato suggerito dall’esposimetro basta osservare l’ago nero che, se coincide con la stanghetta verde, indica che l’accoppiata tempo/diaframma scelta dall’utente è in linea con quanto suggerito dall’esposimetro.

 

Uno scorcio del punto vendita Ars Imago di Roma

 

Un’immagine graffiante del prototipo definitivo della LAB-BOX: quattro anni di studi, sia dal punto di vista ingegneristico che di design !!!! ( il micio è nato a metà progetto… )

 

Ciack, si gira. KE PAURA !!! BUONA LA PRIMA ! Tutto merito della mitica e infaticabile Chiara Zanetti !

 

 

 

Che ressa, che folla! Tutto merito della mitica Francesca Natale, sapiente organizzatrice della serata e resposabile del punto vendita Ars Imago di Roma. ( e dire che siamo a cinque metri dal Vaticano, leggermente più importante di una seppur splendida, LAB-BOX… )

 

Mentre il giovanissimo Minjae Keum, sedicenne, si gingilla con la sua Leica M4 ( c’è chi non nasce con la camicia e chi… con la t shirt ) io l’ho già immortalato con Rolleiflex e sviluppato con LAB-BOX !!! 

 

LAB-BOX: accorgersi di essere prossimi a un MITO.

Il mio contributo odierno si conclude qui. LAB-BOX rimane il sistema più facile e intuitivo per consentire a chi non è MAI entrato in una camera oscura di svilupparsi, divertendosi, i propri negativi e per chi, smagatassimo, ha voglia di prendersi una pausa tra prebagni, decimi di grado e acque tridistillate, ma soprattutto di sviluppare dove gli pare e piace, anche in viaggio.

Alla prossima, dal vostro perennemente affezionatissimo:

 

Gerardo Bonomo

 

( ringrazio l’amico Marco Cavina per la splendida IMMAGINE – soggetto permettendo, che chiude questo mio lavoro )

 

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